Tema Sicurezza
Assalti ai tir con tecniche paramilitari. Camionisti sequestrati imbavagliati e poi lasciati in campagna. Commercianti che, per la paura di essere depredati, preferivano annullare le spedizioni o deviarle per altre città del Nord. Con gravi ripercussioni sull’attività produttiva pugliese. Sono alcuni degli elementi emersi dall’indagine dei carabinieri che ha portato all’arresto di 8 persone tra cui due del commando legati al clan Parisi.
I colpi venivano messi a segno ai danni degli autotrasportatori utilizzando armi, auto blindate e inibitori di frequenza.
Gli assalitori si appostavano nel luogo dove sapevano che sarebbe passato l’autotrasportatore con il grosso carico, poi lo bloccavano con due auto – una delle quali rubata poco prima – e andavano all’assalto. Armi in pugno e volto coperto, lo trascinavano fuori dall’abitacolo mentre in un’altra vettura due complici, un uomo e una donna (incensurata), facevano da palo fingendosi amanti. Cominciava così, con un copione consolidato, la rapina al tir di turno, messa a segno con abilità e modalità militari dall’organizzazione malavitosa sgominata dai carabinieri del comando provinciale di Bari.
Almeno sei in due settimane gli episodi accertati dagli investigatori. Trecentomila euro il valore della merce sequestrata. Le indagini puntano ora ad accertare i canali sui quali poi la merce rapinata veniva smistata: canali paralleli o potenzialmente coincidenti con quelli legali, sulla catena della grossa o piccola distribuzione. L’inchiesta, che si è avvalsa anche dell’ausilio delle videocamere di sorveglianza lungo le strade, hanno accertato che la banda, operante nel Barese e nella Bat, utilizzava telefoni con schede usa e getta, disturbatori di frequenze per evitare che gli autotrasportatori potessero lanciare allarmi radio e chiodi a quattro punte per seminate le forze dell’ordine durante la fuga.